Demetra è la dea delle messi (Cerere a Roma), dei raccolti, è nutrice, dea madre (e madre di Persefone), dea della fertilità. La disperazione che segue al rapimento di Persefone la porta a una depressione tale che l’intero mondo inaridisce. Ma non si dà per vinta e fa di tutto per riportare a casa la figlia. La sua ritrovata serenità, seppur parziale, quando Persefone si trova di nuovo con lei, genera le stagioni. Demetra è l’archetipo della maternità nel suo senso più ampio.
Il suo motto è “Mi prendo cura”.
La donna Demetra
La donna che ha un’energia Demetra dentro di sé molto radicata, è una donna che ama prendersi cura degli altri a 360 gradi. Si prende cura dei figli, degli amici in difficoltà, dei genitori anziani, degli animali, nella vita privata e nel lavoro.
È presente per chiunque sia fragile e bisognoso del suo aiuto.
L’archetipo Demetra è la madre di famiglia, mentre nel lavoro ricopre spesso professioni di cura. Se si ritrova in lavori di ufficio, invece, sarà comunque la collega che coccola gli altri, con dolcetti fatti a casa, preparando te e caffè nelle pause.
Quando Demetra è in eccesso e in disequilibrio, la donna che la vive può “dimenticarsi” di prendersi cura di sé.
Totalmente concentrata verso gli altri rapporti, non si nutre se non della compiacenza che riceve nel sentirsi necessaria e indispensabile. Motivo per cui una Demetra in disequilibrio è una fine manipolatrice, capace di instaurare rapporti e di alimentare la dipendenza degli altri nei suoi confronti, mostrandosi necessaria e insostituibile.
Adotta questo atteggiamento per paura di essere lasciata sola, lega gli altri a sé per il timore dell’abbandono.
Demetra soffre molto della sindrome del nido vuoto: quando i suoi protetti diventano autonomi (evoluzione che lei ostacola e rallenta in ogni modo possibile) e vanno via, cade in depressione perché si sente inutile.
Avere Demetra attiva dentro di noi ci permette di essere generose e amorevoli, presenti e attente nelle relazioni con gli altri, ma occorre tenere questo archetipo molto forte in equilibrio, per evitarne il suo lato ombra, dalle energie pesanti e distruttrici. In fondo lei è la terribile madre: colei che dà e toglie la vita.
Nutri te stessa
“Metti i bisogni degli altri davanti ai tuoi, solo così sarai una brava persona.”
“Il puro di cuore è chi si fa martire; è chi si sacrifica per l’altro senza indugi.”
Quante volte te lo sei sentita dire?
L’equilibrio tra il dare e il ricevere è compromesso nella società di oggi. Ogni giorno siamo spinti a pensare alle necessità degli altri prima ancora che alle nostre.
La verità è che questa concezione crea in noi forti sbilanciamenti; è insostenibile, perché il nutrimento di noi stessi è fondamentale per il raggiungimento del benessere. Solo successivamente possiamo prodigarci per aiutare l’altro.
Come fai a dare all’altro qualcosa di cui tu stessa sei carente? Come fai a prenderti cura degli altri, quando non ti prendi cura di te? Il nutrimento manca dentro di te e vivere così significa vivere di riflesso. Se non ti dedichi al nutrimento di te, non farai altro che cercare le conferme del tuo valore negli altri.
Conferme, tra l’altro, che non è detto arrivino e che potrebbero causare in te un forte senso di vuoto, fino a spingerti alla depressione.