Meditare migliora la qualità della vita, lo sapevi?
Viviamo in una società in cui la presenza e l’uso della mente prevale nella famosa triade corpo, mente e spirito. Questo dominio del mentale ci disconnette dal sentire più vero e più saggio. Ci disconnette dal nostro divino interiore. La mente, inoltre, tende a rifugiarsi sempre nel passato, dove si crogiola in ricordi di tempi che non esistono più. Dall’altra parte rifugge verso il futuro, quando i nostri obiettivi diventano ossessione. In entrambi i casi non viviamo pienamente il presente, l’unico tempo reale di cui ci è permesso davvero di fare esperienza.
La pratica costante della meditazione ci distoglie dal chiacchiericcio mentale permettendoci di ancorarci al presente. Vivere nel presente migliora la qualità della nostra esistenza perché le nostre azioni sono focalizzate sull’attività in corso al momento presente, senza lasciare spazio a paure di varia natura e ansia. Quando si è completamente assorti, attenti, in ciò che si fa, si è nel flusso creativo che ci connette al divino, che ci ispira. Le preoccupazioni rimangono al di fuori di questa bolla “magica” che si viene a creare. Meditare con costanza ci permette di vivere in questo stato di “flow” a lungo, le soluzioni ai nostri problemi si palesano praticamente da sole e accogliamo la vita per ciò che è, senza fare resistenza agli eventi. Resistenza intesa come incapacità di accettare situazioni che per motivi vari non possiamo cambiare.
Riassumendo: a cosa serve meditare?
La meditazione serve semplicemente a vivere in piena consapevolezza il tempo presente, a godere di ciò che accade nel qui e ora, a riconnetterci con le meraviglie della vita che spesso ci sfuggono, perché siamo impegnati a viaggiare con il pensiero tra passato e futuro. Rimanendo concentrati sul presente la nostra vita si trasforma: i problemi si spogliano del loro dramma emotivo e si ridimensionano. In questo modo ci è possibile trovare soluzioni efficaci in meno tempo.
Meditazione e visualizzazione sono la stessa cosa?
No. La meditazione ci consente di essere presenti a noi stessi. Le frequenze del nostro cervello si stabilizzano a livello Alpha. Siamo tranquilli ma rimaniamo vigili, presenti, appunto. Secondo alcuni insegnamenti zen, il discepolo che sta meditando “correttamente” si accorge se il maestro si sta avvicinando alle sue spalle ancora prima che questo gli dia un colpetto sulla spalla, per verificarne lo stato di presenza. In meditazione tutti i sensi si acutizzano e si possono percepire molto nitidamente gli stimoli ambientali. Se il discepolo si spaventa al tocco del maestro o sussulta, significa che lo stato di presenza non è stato mantenuto ed è subentrato il torpore che fa scivolare verso il sonno.
La visualizzazione necessita di uno stato cerebrale diverso. Occorre rilassarci profondamente e raggiungere lo stato cerebrale delle onde Theta, che vengono trasmesse dal nostro cervello in uno stato simile a quello di sonno con la presenza di sogni. Nella visualizzazione le immagini affiorano naturalmente senza manipolazione, esattamente come quelle oniriche, e rappresentano un contatto diretto con il proprio Sé Superiore. Quando si lavora in quello stato di coscienza, è possibile inserire in profondità semini che germoglieranno oltre le barriere del mentale e delle nostre convinzioni limitanti e che ci aiuteranno a trasformare in modo potente la nostra vita.
Queste due tecniche sono fondamentali nei lavori che propongo (sbircia qui se vuoi), dal momento che entrambe facilitano processi di cambiamento profondo, lavorando su aspetti diversi: la meditazione orienta il focus e la visualizzazione ci connette ad Anima.
Ti lascio in conclusione un’immagine che introduce il discorso legato alle onde cerebrali e alle attività nel quotidiano e poi un video del mio canale YouTube in cui ti parlo della differenza tra meditazione e visualizzazione.